Il 2 giugno scorso lo United States Trade Representative ha annunciato ufficialmente la conclusione dell’indagine sui sistemi di tassazione dei servizi digitali adottati da Italia, Austria, India, Spagna, Turchia e Regno Unito ex Section 301 del Trade Act 1974 .
La determinazione finale prevede l’autorizzazione all’applicazione di dazi compensativi del 25% su alcune categorie di beni importati negli Stati Uniti da ciascuno dei paesi oggetto dell’indagine e, contestualmente, la loro immediata sospensione fino ad un massimo di 180 giorni in attesa dell’esito dei negoziati multilaterali sulla tassazione internazionale in corso presso l’OCSE nell’ambito della presidenza italiana del G20.
Nel caso dell’Italia, i prodotti sui quali è autorizzata l’applicazione delle tariffe riguardano prevalentemente il comparto moda (abbigliamento, pelletteria, calzatura, occhiali), ma sono presenti anche alcuni codici doganali relativi al settore alimentare (caviale) e a quello cosmetico-profumeria. Il loro valore complessivo calcolato su flussi 2019 è pari a 386 milioni di USD.
Il provvedimento ufficiale riguardante l’Italia pubblicato sul Federal Register ed è disponibile in allegato.
Nell’annunciare la misura, il Rappresentante US al Commercio Katherine Tai ha dichiarato che gli Stati Uniti sono concentrati sulla ricerca di una soluzione multilaterale ad una serie di questioni chiave relative alla tassazione internazionale, inclusa le tasse sui servizi digitali, e rimangono impegnati a raggiungere un consenso attraverso i negoziati in corso in sede OCSE e G20.
Con una nota ufficiale, la Commissione europea ha dichiarato di “accogliere con favore la decisione di sospendere l’applicazione delle tariffe fino a 180 giorni per Austria, Italia e Spagna” aggiungendo che i “negoziati multilaterali in corso presso l’Ocse sono il luogo giusto per trovare una soluzione globale all’equa tassazione del settore digitale”.