Il Parlamento europeo ha confermato il rinvio delle date di applicazione della direttiva in materia di Rendicontazione di sostenibilità (CSRD).
Il 3 aprile 2025, con 531 voti favorevoli, 69 contrari e 17 astensioni, i deputati del Parlamento europeo hanno sostenuto la proposta della Commissione, c.d. “Stop the clock”, parte del più ampio pacchetto di misure di semplificazione volto a rafforzare la competitività dell’UE (“Omnibus I” del 26 febbraio u.s.).
L’applicazione della direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD) sarà posticipata di due anni per la seconda e la terza ondata di aziende interessate dalla legislazione. Le grandi imprese con più di 250 dipendenti dovranno infatti riferire per la prima volta sulle loro misure sociali e ambientali nel 2028 (invece del 2026), relativamente all’anno finanziario precedente, mentre le piccole e medie imprese quotate dovranno fornire tali informazioni un anno dopo.
Per quanto riguarda le norme sul dovere di diligenza (CS3D), secondo la proposta adottata, i Paesi UE avranno un anno in più del previsto – fino al 26 luglio 2027 – per trasporre le norme nella legislazione nazionale. Il rinvio di un anno si applicherà anche alle prime aziende interessate dalla direttiva beneficeranno quindi del rinvio di un anno. Si tratta delle imprese dell’UE con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato netto superiore a 1,5 miliardi di euro, e delle aziende non UE con un fatturato superiore nell’UE a tale soglia, che dovranno applicare le norme solo dal 2028 (e non dal 2027). La stessa data di applicazione varrà per la seconda ondata di aziende coinvolte, ovvero quelle dell’UE con oltre 3.000 dipendenti e un fatturato netto superiore a 900 milioni di euro, e le aziende non UE con un fatturato nell’UE superiore a tale soglia.
Per accelerare l’adozione delle misure, il 1° aprile u.s. il Parlamento ha deciso di trattare il dossier con procedura d’urgenza. Per entrare in vigore, la proposta di legge necessita ora dell’approvazione formale del Consiglio.