Un aggiornamento circa le azioni di Confindustria rispetto alla proposta di Regolamento Europeo sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio.
Il prossimo 22 novembre, il Parlamento Europeo sarà chiamato ad approvare la propria posizione finale, in sessione plenaria, sulla proposta di Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio sulla base della relazione dell’On. Ries approvata dalla Commissione ambiente lo scorso 24 ottobre.
A questo proposito, vi informiamo che Confindustria sta portando avanti una serie di azioni volte a preservare il modello italiano di circolarità degli imballaggi, che potrebbe essere seriamente compromesso se dovesse passare la versione appena approvata dalla Commissione Ambiente.
Le criticità secondo Confindustria
Confindustria ha guidato, insieme alle principali Confederazioni nazionali generali di impresa un’azione volta a sensibilizzare il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri dell’ambiente, degli Affari Esteri, delle Politiche UE, nonchè tutti i leader politici nazionali – di maggioranza e opposizione – trasmettendo una lettera con la quale sono state indicate le principali criticità riscontrabili nella relazione dell’On. Ries e le gravi ricadute che queste potrebbero avere sul modello nazionale di gestione degli imballaggi.
Il testo attuale, infatti, prevede divieti all’utilizzo di molte categorie di imballaggi essenziali (fra cui diversi tipi di imballaggi alimentari, come quelli per l’ortofrutta e per la ristorazione collettiva), discriminazioni tra materiali, impone determinate soluzioni (riutilizzo) a scapito di altre (riciclo) per molteplici prodotti, e addirittura trasforma gli “obiettivi” di riutilizzo in “soglie minime”, con gravi rischi di frammentazione del mercato interno e di conseguente perdita di quote di mercato per le nostre numerose piccole e medie imprese esportatrici.
Tale impostazione rischia di colpire il 30% del Prodotto Interno Lordo italiano, con gravi conseguenze per i produttori di imballaggi, i fornitori di materie prime e l’industria del riciclo in Italia. Inoltre, danneggerebbe le imprese che utilizzano imballaggi per commercializzare merci in Italia e all’estero, in settori come agricoltura, ristorazione, produzione, cosmetica, farmaceutica, turismo e distribuzione. Un approccio simile potrebbe mettere a rischio decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro, nonché filiere e modelli produttivi e di consumo caratteristici del nostro made in Italy. In questo contesto, gli eurodeputati italiani impegnati con ruoli istituzionali sul dossier, stanno cercando e proponendo delle alternative più realistiche per rafforzare l’economia circolare, anziché smantellarla.
I prossimi passi
Le proposte non hanno ancora ottenuto un sostegno sufficiente in sede di voto in commissione ambiente: è necessario che le posizioni cambino durante il voto in plenaria. Per questo, Confindustria, insieme, come detto, alle principali Confederazioni nazionali generali di impresa, ha richiamato alla massima attenzione e collaborazione le Istituzioni e tutti i Partiti politici nazionali, affinché, in un’ottica “di sistema”, si possa collaborare a tutti i livelli per giungere a una posizione del Parlamento europeo che riequilibri il testo uscito dalla commissione ambiente.
Infine, sta continuando a collaborare con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per i lavori in Consiglio, difendendo e promuovendo le virtù del modello di economia circolare italiana, di assoluta eccellenza in Europa e nel mondo.
L’obiettivo è preservare la fruttuosa collaborazione pubblico-privatosu cui sono stati investiti miliardi sia da parte delle imprese chedelle autorità pubbliche, per favorire crescenti livelli di riciclo di imballaggi sempre più sicuri e sostenibili.
Sarà nostra cura continuare a tenervi aggiornati sui prossimi sviluppi.