Rapporto rifiuti speciali ISPRA: edizione 2024

Pubblicato il Rapporto Rifiuti Speciali, che presenta i dati relativi all'anno 2022, frutto di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Centro Nazionale dei Rifiuti e dell'Economia Circolare dell'ISPRA.

Disponibile QUI l’edizione 2024 del Rapporto Rifiuti Speciali di ISPRA, che fornisce i dati del 2022 sulla produzione e sulla gestione dei rifiuti speciali, sia non pericolosi che pericolosi, a livello nazionale e regionale, e per la gestione anche a livello provinciale e, infine, sull’import/export.

Dal Rapporto emerge che, nel 2022, le attività industriali, commerciali, artigianali, di servizi, di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale hanno generato complessivamente 161,4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, registrando una diminuzione del 2,1%, pari a oltre 3,4 milioni di tonnellate in meno rispetto all’anno precedente.

In particolare:

  • Il settore delle costruzioni e demolizioni, con 80,8 milioni di tonnellate, è il principale produttore di rifiuti speciali, concorrendo per il 50% alla produzione complessiva.
  • I rifiuti non pericolosi, che rappresentano il 93,3% del totale dei rifiuti prodotti, sono diminuiti di 2,7 milioni di tonnellate (-1,8%). Anche quelli pericolosi hanno registrato una diminuzione, di quasi 680 mila tonnellate (-6,4%). Complessivamente, i rifiuti speciali non pericolosi ammontano a 151,4 milioni di tonnellate, mentre quelli pericolosi a quasi 10 milioni di tonnellate.
  • Il settore manifatturiero è quello che incide maggiormente sulla produzione dei rifiuti pericolosi, con il 37,3% del totale, corrispondente a 3,7 milioni di tonnellate.
  • A livello territoriale, il Nord d’Italia ha la maggior produzione di rifiuti speciali, con quasi 92,7 milioni di tonnellate. La Lombardia è in testa con 35,3 milioni di tonnellate, mentreil Centro si attesta a 28,1 milioni, con il Lazio in testa con quasi 11,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. Al Sud il valore di produzione è di 40,6 milioni di tonnellate.  Il recupero di materia costituisce la quota predominante della gestione dei rifiuti speciali con il 72,2% (127,6 milioni di tonnellate), mentre le operazioni di smaltimento rappresentano il 14,9%. Lo smaltimento in discarica interessa circa 8,9 milioni di tonnellate di rifiuti (il 5% del totale gestito).

Infine, il rapporto fornisce anche informazioni su alcuni flussi di rifiuti che presentano criticità gestionali per quantità o complessità:

  • La quantità di rifiuti prodotti contenenti amianto (243 mila tonnellate) è in diminuzione rispetto al 2021 (-28,3%). 
  • Per i veicoli fuori uso, il reimpiego e riciclaggio sono complessivamente pari all’86%. In Italia sono gestite circa 520 tonnellate di pneumatici fuori uso.
  • fanghi di depurazione delle acque reflue urbane presentano hanno registrato una contrazione di poco superiore alle 40 mila tonnellate rispetto al 2021.
  • Il 79,8% dei rifiuti da costruzione e demolizione è stato riciclato. I rifiuti sanitari pericolosi hanno subito un decremento superiore al 3% rispetto al 2021.

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Zampelli

Nicoletta ZampelliResponsabile Area Innovazione, Digitalizzazione, Credito, Energia ed Ambiente

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