Pubblicata l'indagine del Centro Studi di Confindustria
Da una recente indagine realizzata dal Centro Studi Confindustria su un campione di 762 aziende risulta che il 21,1% ha realizzato un backshoring delle proprie forniture negli ultimi cinque anni.
Quasi l’11% ha rilocalizzato in Italia la propria fornitura optando per riconfigurarla interamente su base nazionale.
Questa prima quantificazione del backshoring di fornitura, pur avendo recentemente attirato l’attenzione di diversi osservatori, è ancora poco nota nella sua effettiva dimensione.
La motivazione principale che ha indotto le imprese a riportare nel territorio domestico le proprie catene di fornitura è la disponibilità di fornitori idonei in Italia.
Tale risultato dimostra che l’expertise e il know-how italiano rappresentano ancora il principale valore aggiunto delle filiere locali. A seguire, le aziende hanno indicato di aver rilocalizzato la fornitura principalmente a causa di tempi di consegna, dei costi di fornitura all’estero e di quelli logistici effettivi maggiori di quelli attesi, e della presenza di un lotto minimo di acquisto.
È preoccupante, invece, che l’ultimo posto sia occupato delle motivazioni ambientali (es. riduzione delle emissioni di CO2), in merito alle quali ci si aspetta però un incremento nel prossimo futuro, viste le spinte soprattutto in Europa verso un’accelerazione della transizione ecologica e una maggiore considerazione degli aspetti ambientali.
Ricordiamo che è possibile visionare le note del Centro Studi nell’apposita Sezione.