Si è tenuto il 20 giugno scorso, presso il Ministero del lavoro, l’incontro tra Ministero del lavoro e parti sociali sul tema dell’emergenza “caldo”.
Il sottosegretario Claudio Durigon, introducendo l’incontro, ha manifestato la massima attenzione del Ministro al tema dell’emergenza climatica e alla individuazione condivisa di interventi utili a fronteggiare l’emergenza del caldo.
Posizione della Parte Sindacale
Il sindacato ha richiesto che il protocollo contenga prescrizioni vincolanti ed aggiuntive rispetto alle disposizioni normative già esistenti, sia per le lavorazioni al chiuso che all’aperto, traducendo il protocollo in norma. Le disposizioni aggiuntive avrebbero dovuto riguardare – nell’ambito della valutazione dei rischi ed in via esemplificativa – la revisione dell’organizzazione del lavoro, l’adozione di dispositivi di protezione individuale aggiuntivi (es. crema solare), la rideterminazione degli orari di lavoro, la sospensione del lavoro a determinate condizioni, l’integrazione della sorveglianza sanitaria, il coinvolgimento del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, la formazione e l’informazione.
Posizione della Parte Datoriale
Le parti datoriali, pur manifestando in modo unanime l’evidente attenzione al tema, hanno rappresentato che i cambiamenti climatici non possono più essere considerati una emergenza ma vanno affrontanti tutti e con responsabilità, hanno evidenziato l’inidoneità del protocollo a sopperire alle specifiche esigenze di una contingenza già disciplinata dalla normativa primaria, dalle linee guida OSHA, dei Ministeri della salute e del lavoro, dalle indicazioni dell’INAIL, dalle considerazioni dell’Ispettorato nazionale del lavoro, delle indicazioni di ASL e delle Regioni, di protocolli settoriali (es. agricoltura), dagli interventi dell’INPS[1].
A questi strumenti, si sono ora aggiunte le ordinanze delle Regioni (come già accaduto nel 2023) che – a determinate condizioni (settori esposti e limitatamente ad orari che presentano un rischio alto) – prevedono il divieto di svolgere attività lavorativa. Strumenti che, per il loro carattere contingibile e urgente, prevalgono – in via generale – su eventuali disposizioni di legge (e, a maggior ragione, di protocollo).
Questione Cassa Integrazione
Sul versante della gestione della cassa integrazione, il sindacato ha chiesto di estendere lo strumento sul piano soggettivo (es. riders, lavoratori stagionali) e di conferire carattere strutturale alla normativa introdotta l’anno scorso con il DL 98/2023, in particolare con riferimento alla automaticità della CIGO in caso di condizioni di lavoro non sostenibili, in assenza di interventi organizzativi da parte del datore di lavoro.
In linea con la richiesta sindacale, Confindustria, insieme a tutte le parti datoriali, ha condiviso l’esigenza di rendere strutturale l’intervento temporaneo contenuto nel cd decreto caldo (DL 98/2023), di semplificare ed automatizzare la concessione della CIGO (soprattutto in presenza dell’ordinanza regionale) e ha altresì evidenziato di non considerare il periodo di cassa concesso ai fini del raggiungimento della durata massima della CIGO e di escludere l’obbligo di contributo addizionale.
È stato anche chiesto di neutralizzare i ritardi conseguenti alle eventuali sospensioni ai fini del computo dei termini considerati nei contratti di appalto pubblici e privati.
Il Ministero
Il Ministero, pur prendendo atto della inesistenza delle condizioni per la conclusione di un protocollo condiviso, ha confermato l’intenzione di agire sulla cassa integrazione, riservandosi, tuttavia, di valutare l’adozione di atti normativi o regolamentari per affrontare il tema del caldo, anche sul modello delle ordinanze urgenti adottate in sede regionale.