È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il c.d. “Decreto Salva Infrazioni” (D.L. 131/2024, recante “Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano”).
MODIFICA INDENNITA’ RISARCITORIA IN CASO DI MAGGIOR DANNO
L’art. 11 del D.L. ha modificato l’art. 28 del D. Lgs. 81/2015 in materia di indennità risarcitoria conseguente a violazioni della disciplina sui contratti a termine.
La disposizione prevede che il giudice possa stabilire il riconoscimento di un’indennità risarcitoria superiore al limite previsto delle 12 mensilità ove il lavoratore dimostri di aver subito un maggior danno.
La modifica in questione deriva dalla procedura di infrazione n. 2014/4231 che, in buona sostanza, ha ritenuto che la previgente disciplina – che prevedeva, come ricordato, un tetto massimo al risarcimento economico – non fosse sufficientemente dissuasiva nei confronti delle imprese che intendessero porre in essere comportamenti illegittimi, con conseguente vulnus per la tutela dei lavoratori.
È stato inoltre abrogato il 3° comma della disposizione in esame, che prevedeva la riduzione alla metà dei limiti risarcitori stabiliti nel 2° comma per il caso in cui fosse applicato un CCNL che prevedesse l’assunzione di lavoratori già occupati con contratto a termine nell’ambito di specifiche graduatorie.
L’abrogazione del 3° comma non comporta, in realtà, particolari effetti rispetto all’assetto esistente, considerato che si trattava di una fattispecie certamente poco frequente e che, a suo tempo, fu introdotta per rispondere a specifiche situazioni che avevano generato un contenzioso “seriale” e decisamente abnorme.
La modifica del 2° comma, invece, rischia di riproporre il problema derivante dall’eccessiva durata dei processi che si riverbera sull’entità del risarcimento cui potrebbero essere esposte le imprese.
Era proprio questo il motivo principale per cui era stato introdotto, a suo tempo, il limite massimo risarcitorio: contenere gli effetti distorsivi che frequentemente si determinavano a causa dall’ eccessiva durata dei processi.
POSIZIONE CONFINDUSTRIA
Stante la modifica introdotta, dunque, Confindustria tenterà di proporre emendamenti volti a contenere, in tempi ragionevoli, l’avvio dell’eventuale contenzioso giudiziario, in modo da limitare gli effetti “impropri” che possono derivare, in termini risarcitori, da un’anomala durata del processo.