Lo scorso 22 marzo, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, Confindustria ha presentato il documento “Dall’emergenza all’efficienza idrica”, elaborato con il supporto del Sistema associativo.
Lo studio affronta il tema dell’approvvigionamento e della gestione della risorsa idrica, analizzando le sfide attuali e future, individuando opportunità e soluzioni adeguate ad assicurare a tutti i cittadini, all’agricoltura e all’industria un accesso equo e sostenibile all’acqua.
L’obiettivo del documento “Dall’Emergenza all’Efficienza Idrica” è definire un modello di gestione sostenibile del servizio idrico, da un punto di vista sociale, ambientale ed economico, al fine di garantire una fornitura d’acqua sicura e affidabile al sistema Paese.
Si riportano di seguito i contenuti principali del Position Paper, disponibile in allegato.
In particolare, il documento contiene 5 proposte su azioni di policy che puntano a rendere il settore più efficiente:
1. Azioni necessarie a contenere la domanda di acqua
Allo stato attuale esiste una forte dispersione idrica, legata al trasferimento dell’acqua tramite canali e a tecniche di irrigazione non localizzate. Questa criticità può essere superata attraverso una serie di azioni che richiedono investimenti significativi per sostenere il riuso delle acque depurate o recuperate in vari contesti, dall’agricoltura all’industria, come ad esempio:
- Rendere più efficiente il processo di irrigazione delle colture in tutto il Paese, prevedendo diverse modalità di approvvigionamento idrico declinate secondo le necessità e le peculiarità delle diverse colture;
- creare, mediante tecnologie di riutilizzo dedicate, apposite reti di distribuzione nelle aree industriali e incentivarne l’utilizzo da parte delle imprese. Oggi in Italia, pur rappresentando una soluzione economicamente sostenibile, il riuso delle acque reflue depurate viene utilizzato solo per il 4% a fronte del possibile 23% di reflui destinabili al riutilizzo. E, in aggiunta, non è contemplato il recupero delle acque piovane;
- integrare i sistemi di approvvigionamento e distribuzione idrica nel territorio valorizzando tutte le acque disponibili in un dato territorio e sostituendo, ove possibile, con le fonti di approvvigionamento naturali.
In questo contesto, è essenziale un framework normativo coordinato, fondato sul “fit-for-use”, per valorizzare appieno tutti i possibili utilizzi delle acque trattate.
2. Azioni necessarie per l’incremento della disponibilità idrica e per ridurre le perdite
Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale accrescere la capacità di raccolta delle acque piovane, attualmente all’11% del potenziale (5,9 miliardi di m3 su 54 possibili), mediante interventi sia sugli invasi che sulle grandi dighe.
In prima battuta, quindi, sono necessari importanti investimenti su diversi fronti, tra cui nuovi invasi, la manutenzione delle dighe, la ricarica e la mappatura delle falde sotterranee e la desalinizzazione dell’acqua marina.
Le infrastrutture strategiche, come le dighe, devono essere preservate e correttamente manutenute. Per farlo, è importante affrontare il tema delle concessioni di grande derivazione idroelettrica scadute e in scadenza, assicurando certezza agli operatori in merito agli investimenti e valorizzando, al contempo, il ruolo dell’energia idroelettrica rispetto agli obiettivi europei di decarbonizzazione dei settori industriali.
Fondamentale importanza assume il quadro normativo, che deve tener conto del cambiamento climatico, valorizzare il contributo dell’economia circolare alla mitigazione e all’adattamento e promuovere progetti di integrazione idrica e edilizia sostenibile e rispettosa dell’ambiente.
3. Azioni di mappatura degli investimenti e delle reti attuali
È fondamentale avere una mappatura precisa e fedele delle infrastrutture esistenti che sia accompagnata da un’adeguata quantificazione di consumi, prelievi, scarichi e ricicli, nonché da una rendicontazione capillare che fornisca un quadro chiaro delle reali esigenze.
Occorre, poi, individuare le opere strategiche e prioritarie necessarie a mitigare gli effetti negativi derivanti dalla crisi idrica. Questo può essere realizzato attraverso una mappatura degli investimenti, che definisca un ordine di priorità e indifferibilità nella realizzazione delle opere urgenti e un piano strategico di investimenti a livello nazionale e regionale.
4. Azioni per favorire investimenti e nuovi modelli di governance
È necessario definire un quadro di investimenti adeguato alle esigenze. Tuttavia, attualmente siamo ancora lontani dal livello necessario: infatti, per raggiungere la media europea di investimenti pro capite nel servizio idrico integrato, sarebbero necessari ulteriori 1,3 miliardi di euro l’anno, di cui solo una quota parte è prevista nei fondi PNRR (circa 580 milioni di euro all’anno per il periodo 2021-2026).
Per affrontare questa sfida, dunque, occorre implementare azioni volte a favorire gli investimenti e i modelli di governance più efficienti, premiando i gestori virtuosi nel campo dell’innovazione e dell’efficientamento tecnologico e creando percorsi agevolati per l’adozione di tecnologie innovative.
È necessario poi completare la costituzione degli Enti Idrici Regionali, incentivare l’aggregazione delle imprese attraverso una revisione del perimetro degli ambiti territoriali da parte delle regioni e garantire l’immediato trasferimento alle Regioni dell’esercizio delle funzioni e il mantenimento delle stesse per tutta la durata dell’affidamento a regime del Servizio Idrico Integrato.
5. Azioni necessarie a incrementare i volumi disponibili
I volumi disponibili possono essere incrementati grazie ad una strategia di investimento a tutto tondo: dall’adeguamento delle infrastrutture alla manutenzione e al potenziamento della rete fognaria e dei depuratori.
È necessario, infine, rafforzare la dimensione media degli operatori del settore promuovendo una gestione del settore idrico secondo criteri industriali. Più aumenta la dimensione del gestore, infatti, più crescono le economie di scala, che sono capaci di generare efficienza e capacità finanziaria. L’obiettivo è costruire una filiera idrica strutturata ed efficiente e iniziare a considerare l’acqua dopo l’utilizzo (civile, industriale, agricolo) come una risorsa/materia da valorizzare nel ciclo di riuso e riutilizzo (depurazione e immissione nel circolo).