La relazione del Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e il discorso del Santo Padre Francesco all’Assemblea nazionale che si è tenuta in Vaticano il 12 settembre scorso.
Di fronte a oltre 5000 imprenditori che, insieme alle loro famiglie, erano presenti in Aula Nervi per l’Udienza del Santo Padre all’Assemblea degli industriali, Carlo Bonomi si è concentrato sul ruolo dell’industria nell’offrire un lavoro degno, creativo, partecipativo e solidale.
Numerosi i riferimenti ai temi dell’attualità – la pandemia, la guerra e i loro effetti – ma anche ai grandi temi che animano il dibattito politico: dal salario minimo, al Reddito di Cittadinanza, alle pensioni, ai divari generazionali e di genere.
L’intervento del Presidente Bonomi
Proprio per queste difficoltà, sostiene il Presidente di Confindustria, le agevolazioni di Industria 4.0, ripristinate integralmente e potenziate devono andare oltre l’ottica dell’intervento temporale per diventare “la via maestra da seguire per realizzare al meglio queste sfide”.
E questo coraggio, precisa il Presidente di Confindustria, deve essere accompagnato da un intervento sui sussidi alla povertà, come il Reddito di Cittadinanza, che deve essere riformato in modo da non scoraggiare il lavoro.
Centrale il ruolo della manifattura, che risponde ad un compito sociale offrendo possibilità lavorative a stranieri e immigrati, permettendogli quindi di iniziare un percorso di integrazione. Un tema su cui, è necessario portare avanti una vera e propria rivoluzione culturale, anche alla luce del crollo della natalità e dell’invecchiamento della popolazione italiana.
L’intervento del Pontefice
Una situazione che, come sottolinea anche il Santo Padre nel suo intervento, deve spingere a lavorare con urgenza sulla rimozione delle barriere di accesso, da parte delle donne, ad opportunità lavorative e giusta retribuzione, così come deve sostenere l’impegno verso politiche di conciliazione tra lavoro e vita privata.
Una rivoluzione che deve servire ad adottare nuovi modelli lavorativi orientati alla “cultura del risultato” che richiede un maggiore impegno sui percorsi, all’interno delle imprese e tra imprese, volti alla valorizzazione dei lavoratori tutti e delle loro competenze.
Ma l’impegno nella valorizzazione delle competenze del lavoratore, spiega Bonomi, non può essere affidato unicamente alle imprese, soprattutto alla luce delle forti diseguaglianze generazionali che caratterizzano il nostro Paese, colpito da un numero di NEET (giovani non impegnati nel lavoro, nella sua ricerca o in percorsi formativi) che è tra i più alti in Europa.
Sullo sfondo la grande crisi energetica che rischia di mettere in ginocchio l’intero tessuto produttivo del Paese. Più in generale, secondo il Presidente, è l’intero Paese a dover cambiare passo, a cominciare dalla classe politica i cui orizzonti sembrano sempre “più corti e schiacciati su false priorità”, mentre si avverte “più che mai la necessità di progetti di lungo termine, come unica via per dare risposta ai drammatici problemi della società italiana”.
In allegato la relazione integrale del Presidente Carlo Bonomi e il discorso del Santo Padre ai partecipanti all’Assemblea di Confindustria.